
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la conferma del taglio del cuneo fiscale anche per l'intero anno 2024, assicurando che il bonus busta paga attualmente in vigore verrà esteso anche per il prossimo anno.
La concretizzazione di questa promessa, tuttavia, si prospetta come un'operazione complessa, considerando che l'estensione del bonus potrebbe richiedere oltre 10 miliardi di euro di fondi. Tuttavia, Meloni ha sottolineato che questa misura rappresenta una priorità del governo, che intende garantire ai lavoratori italiani un adeguato sostegno per affrontare la svalutazione dei salari causata dall'inflazione.
Le dichiarazioni di Giorgia Meloni sono significative poiché indicano l'intenzione del governo di mantenere gli stessi benefici attualmente in vigore, ovvero una riduzione del 7% per i salari fino a 1.923 euro e del 6% per quelli fino a 2.692 euro (calcolati al lordo), per l'intero 2024. La stessa presidente del Consiglio ha aggiunto che potrebbe persino esserci un aumento in questa misura.
Questo significa che nel complesso i lavoratori vedranno un incremento significativo dei loro guadagni rispetto all'anno in corso, considerando che l'attuale sgravio contributivo è stato introdotto a luglio 2023 e prima di allora era del 2% e del 3%.
Per avere un'idea più chiara della differenza rispetto all'anno precedente e dell'importo totale dei guadagni netti previsti, considerando un'eventuale conferma dell'abbattimento del cuneo fiscale al 6% e 7% per l'intero 2024, è necessario effettuare un confronto con quanto avvenuto nel 2023.
Nel 2023, l'abbattimento del cuneo fiscale è stato applicato in due fasi: inizialmente al 2% o al 3% per i salari rispettivamente inferiori a 2.692 e 1.923 euro, mentre successivamente, a partire da luglio, è stato aumentato al 6% e 7%. Per quanto riguarda i ratei mensili della tredicesima mensilità, invece, è stato applicato uno sgravio del 2% o 3%.
È importante notare che la riduzione dell'aliquota contributiva inferiore comporta un aumento delle imposte come l'IRPEF e le addizionali, poiché queste tasse sono calcolate sull'importo lordo al netto dei contributi. Pertanto, una riduzione dei contributi si traduce in un aumento dell'imponibile e, di conseguenza, in imposte più elevate.
Ecco una tabella che sintetizza gli importi degli aumenti netti generati dallo sgravio contributivo nel 2023:
Retr. Lorda Aumento totale
10.000 euro 404,27 euro
12.500 euro 505,32 euro
15.000 euro 606,44 euro
17.500 euro 604,99 euro
20.000 euro 691,57 euro
22.500 euro 777,80 euro
25.000 euro 864,23 euro
27.500 euro 754,50 euro
30.000 euro 773,59 euro
32.500 euro 762,69 euro
35.000 euro 821,92 euro
Quindi, complessivamente al massimo si avrà diritto a un aumento netto, spalmato sulle tredici mensilità, di 864,23 euro (nel caso dei redditi di 25.000 euro), che scende a 821,92 euro per i redditi di 35.000 euro.
Ancora meglio andrà nel 2024 laddove, come da promessa, il governo Meloni riuscirà a confermare per tutto l’anno lo sgravio del 7% e 6%. In tal caso, infatti, l’aumento sarebbe pari a:
Retr. lorda Aumento totale
10.000 euro 583,96
12.500 euro 729,95 euro
15.000 euro 875,94 euro
17.500 euro 873,86 euro
20.000 euro 998,66 euro
22.500 euro 1.123,46 euro
25.000 euro 1.248,39 euro
27.500 euro 1.177,02 euro
30.000 euro 1.176,37 euro
32.500 euro 1.189,76 euro
35.000 euro 1.281,28 euro
Di fatto, rispetto al 2023 ci sarebbe un ulteriore aumento che oscilla da un minimo di 179,69 euro a un massimo di 459,36 euro, il che rappresenterebbe un valido aiuto per i lavoratori in un anno che lato inflazione si è dimostrato ancora piuttosto complicato.