
Potrebbe risolversi in queste ore la vertenza sul rinnovo del contratto dei medici pubblici. Sull'agenda sono previsti aumenti medi di 241 euro lordi al mese, ai quali si aggiungono i benefici per i medici del pronto soccorso e un ulteriore bonus dello 0,22% per il trattamento accessorio. I medici in prima linea potrebbero ricevere un incremento mensile di quasi 290 euro.
Ci sono poi gli arretrati da considerare. L'ultimo contratto è scaduto nel 2018, e l'attuale negoziazione copre il triennio dal 2019 al 2021. Nel pubblico impiego, come nel caso dei medici dipendenti pubblici, quando si rinnova un contratto vengono regolarmente saldati gli arretrati accumulati. In questo caso, si tratta di ben quattro anni e nove mesi da recuperare.
In media, ogni medico dovrebbe ricevere oltre 6.500 euro di arretrati. A questo si aggiunge un bonus eccezionale dell'1,5% della retribuzione deciso dal governo solo per quest'anno e altre forme di finanziamenti e indennità che potrebbero portare il totale a oltre 10.000 euro. Tuttavia, la questione che ha rallentato le trattative non riguarda principalmente l'aspetto economico.
Ciò che ha ostacolato le trattative sono state altre preoccupazioni, principalmente legate agli orari di lavoro dei medici negli ospedali e alla remunerazione delle ore extra. Questa problematica è stata sollevata con forza dai principali sindacati dei medici, che hanno accusato le Regioni, ovvero i datori di lavoro, di chiedere ai medici di svolgere centinaia di migliaia di ore di lavoro non retribuite. Questo sembra essere uno dei principali motivi dell'emigrazione dei medici dagli ospedali, una situazione che le Regioni stanno cercando di affrontare con urgenza. I pronto soccorso sono sotto organico, e sempre più spesso gli ospedali sono costretti a pagare cifre elevate per medici a gettone al fine di coprire turni ormai difficilmente gestibili. In alcuni casi, come in Calabria, si sta cercando personale medico all'estero.
I sindacati chiedono non solo una riduzione delle ore extra richieste ai medici, limitandole a un massimo di 50 all'anno, ma anche una riforma del sistema di remunerazione per queste ore aggiuntive. Attualmente, l'articolo 65 del contratto prevede che il lavoro extra possa essere incluso nei fondi di risultato. I medici chiedono che questo venga eliminato dagli obiettivi, poiché ritengono che gli obiettivi e i risultati dovrebbero essere raggiunti durante l'orario di lavoro ordinario. Altrimenti, si finisce per pagare gli straordinari con i soldi già guadagnati dai medici, un'assurdità. D'altra parte, se le ore extra fossero ridotte troppo drasticamente, gli ospedali non sarebbero in grado di coprire i turni a causa della carenza di personale medico.
La domanda chiave è quindi quando si potrà finalmente giungere a un accordo e firmare il nuovo contratto. Si spera che ciò avvenga entro settembre, in modo da consentire ai medici di ricevere gli aumenti salariali e gli arretrati già a dicembre. Inoltre, le prossime decisioni in merito alla manovra per il settore potrebbero influenzare positivamente le trattative. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha chiesto 4 miliardi di euro per il comparto, il che rappresenterebbe un segnale importante per tutte le parti coinvolte, comprese le Regioni.