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Mutui, la frenata della BCE non basta: tassi ancora alti e famiglie penalizzate

Mutui, la frenata della BCE non basta: tassi ancora alti e famiglie penalizzate

Dopo i tagli applicati dalla BCE tra il 2024 e il primo semestre 2025, il mercato dei mutui non ha registrato i benefici attesi. La Banca Centrale Europea ha interrotto la fase di riduzioni mantenendo i tassi invariati nelle ultime due riunioni del Board, segnando così un cambio di strategia rispetto al trend ribassista che aveva caratterizzato l’anno precedente.

BANCHE PRUDENTI E MARGINI DI PROFITTO

Secondo la FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), i tagli della BCE non si sono tradotti in un reale vantaggio per i clienti: i tassi applicati sui nuovi mutui restano superiori rispetto ai livelli del tasso di riferimento. Le banche, infatti, preferiscono preservare i margini di profitto, mantenendo un atteggiamento prudente di fronte a uno scenario macroeconomico internazionale ancora incerto.

MUTUI IN CRESCITA, MA A CONDIZIONI ONEROSE

Se da un lato i mutui concessi sono tornati a crescere a partire da giugno 2024, dall’altro le condizioni restano tutt’altro che favorevoli. A farne le spese sono soprattutto le famiglie vulnerabili, che trovano crescenti difficoltà di accesso al credito.

L’APPELLO DELLA FABI: PIÙ SOSTEGNO AI GIOVANI

Il segretario generale della Federazione, Lando Maria Sileoni, ha sottolineato che la trasmissione della politica monetaria della BCE si è inceppata: i tassi ufficiali scendono, ma quelli applicati al credito non seguono la stessa dinamica. Da qui la richiesta di nuove risposte dal Governo, con garanzie statali e misure concrete per favorire i giovani nell’acquisto della prima casa.

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