Il bonus mamme lavoratrici sarà non solo confermato, ma anche potenziato nel 2026. Lo annuncia il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpf) appena approvato dal governo, che inserisce la misura tra gli interventi a sostegno dell’occupazione femminile e della natalità.
Nel testo si legge che “al fine di confermare il proprio supporto alla partecipazione e occupazione femminile, nonché alla crescita della natalità, è stata disposta un'integrazione di reddito mensile di 40 euro destinata alle lavoratrici madri nel 2025. Tale misura sarà confermata e potenziata”.
CHI HA DIRITTO AL BONUS
Il contributo è rivolto alle donne con un reddito da lavoro complessivo fino a 40.000 euro annui, con figli minori a carico. L’importo riconosciuto è di 40 euro al mese per ogni mese lavorato, e varia in base al numero di figli e alla tipologia di contratto.
Nel dettaglio:
- Lavoratrici con due figli: hanno diritto al bonus fino al decimo anno di età del figlio più piccolo.
- Lavoratrici con tre o più figli: possono ricevere il contributo fino al diciottesimo anno di età del figlio minore.
Possono accedere alla misura le lavoratrici dipendenti, sia a tempo determinato che indeterminato, ma anche autonome e libere professioniste. L’obiettivo è ampliare la platea, favorendo la permanenza e il rientro nel mondo del lavoro delle madri, con un sostegno economico stabile.
COME RICHIEDERE IL CONTRIBUTO
Per ottenere il bonus sarà necessario presentare domanda all’INPS, che gestirà le procedure di verifica e di erogazione del contributo. Le modalità operative saranno definite con una circolare dell’Istituto, attesa dopo l’approvazione definitiva della legge di bilancio.
Il bonus verrà riconosciuto mensilmente, accreditato direttamente sul conto della lavoratrice o tramite compensazione contributiva nel caso delle dipendenti. Le beneficiarie dovranno dimostrare la continuità lavorativa e il rispetto dei limiti di reddito.
Il governo punta così a rendere il bonus un incentivo stabile, collegato alla crescita dei figli e alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, rafforzando una misura già avviata nel 2024 ma con portata limitata.
