
Accade spesso che il lavoro straordinario venga imposto ai dipendenti, senza che venga però retribuito correttamente. Un esempio recente arriva da Poste Italiane, dove oltre 3.000 ore di straordinario non sarebbero state pagate a lavoratori precari, con conseguenti ricorsi in tribunale. Ma il datore di lavoro può obbligare a lavorare oltre l’orario? E in caso, è possibile rifiutare?
COS'E' LO STRAORDINARIO E COME FUNZIONA IN ITALIA
Il lavoro straordinario è quello svolto oltre il normale orario settimanale, fissato in genere a 40 ore. È regolato dal D.lgs. 66/2003, che stabilisce un massimo di 48 ore settimanali, comprensive di straordinari, calcolate su una media di quattro mesi. Questo limite può estendersi fino a sei o dodici mesi tramite contrattazione collettiva.
Il totale delle ore di straordinario non può superare le 250 ore annue, a meno che il CCNL applicabile non preveda diversamente.
QUANTO DEVE ESSERE PAGATO LO STRAORDINARIO
La legge impone una maggiorazione della retribuzione per ogni ora di straordinario, secondo quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale. Le percentuali variano in base a orario e giorno:
- Straordinario diurno feriale: maggiorazione dal 15% al 25%
- Straordinario notturno: fino al 50%
- Straordinario festivo: fino al 55%
Ad esempio, nel CCNL Commercio si va dal 15% per le prime ore settimanali fino al 35% nei festivi. Nel CCNL Metalmeccanici, si arriva al 50% nei festivi e notturni. Inoltre, le ore straordinarie devono essere registrate nel Libro Unico del Lavoro, altrimenti il dipendente può impugnare eventuali contestazioni (Cass. 5743/2024).
Alcuni contratti prevedono in alternativa riposi compensativi, ma solo se esplicitamente concordati.
QUANDO L'AZIENDA PUO' IMPORRE LO STRAORDINARIO
Lo straordinario può essere imposto solo in situazioni particolari, previste dall’art. 5 del D.lgs. 66/2003:
- Esigenze tecniche o produttive eccezionali
- Casi di forza maggiore
- Eventi imprevisti e urgenti
Per esempio, un guasto improvviso che richiede interventi immediati o un picco di produzione non gestibile con l’assunzione di nuovo personale possono giustificare la richiesta di lavoro extra. In questi casi, il dipendente non può rifiutarsi, salvo rischiare sanzioni disciplinari o, nei casi estremi, il licenziamento per insubordinazione.
QUANDO E' LEGITTIMO RIFIUTARE LO STRAORDINARIO
Il lavoratore ha diritto a rifiutarsi di svolgere straordinari se:
- Ha raggiunto il limite massimo previsto dalla legge o dal contratto
- La richiesta non rispetta i termini di preavviso
- Ha motivi personali o familiari gravi e documentabili
Il rifiuto, per essere valido, va comunicato per iscritto e tempestivamente.
LE CATEGORIE CON MAGGIORI TUTELE
Alcuni lavoratori possono rifiutare sempre lo straordinario, senza subire conseguenze disciplinari:
- Donne in gravidanza o nei primi mesi di maternità (D.lgs. 151/2001)
- Studenti-lavoratori, se l’orario interferisce con studio e frequenza
- Disabili e chi assiste familiari disabili (Legge 104/1992)
In questi casi, l’azienda è tenuta a rispettare le esigenze individuali e garantire l’applicazione delle norme di tutela.
Il lavoro straordinario è legittimo, ma non sempre è obbligatorio. La legge tutela il dipendente con limiti precisi e impone al datore di lavoro l’obbligo di documentare e retribuire le ore extra. In caso di abusi, il lavoratore può rivolgersi al giudice del lavoro per far valere i propri diritti.