
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il Decreto Legge 55/2025, contenente le disposizioni urgenti sugli acconti Irpef per l’anno in corso. Il provvedimento ha ottenuto 153 voti favorevoli, nessun contrario e 101 astenuti. L’obiettivo è evitare un aumento del carico fiscale e introdurre una riforma più chiara e sostenibile per i contribuenti.
TRE ALIQUOTE AL POSTO DI QUATTRO, I VANTAGGI PER I REDDITI PIU' BASSI
Il nuovo sistema Irpef prevede il passaggio da quattro a tre aliquote:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro
- 35% per la fascia tra 28.000 e 50.000 euro
- 43% per i redditi oltre 50.000 euro
Secondo le simulazioni ufficiali, i risparmi fiscali maggiori si concentreranno nella fascia tra i 15.000 e i 28.000 euro annui, con riduzioni fino a 260 euro. Per chi supera i 50.000 euro, invece, l’aliquota massima resta invariata, lasciando il ceto medio in attesa di ulteriori interventi.
IL GOVERNO PROMETTE UN SISTEMA PIU' EQUO
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di una riforma che tuteli maggiormente il ceto medio:
“Il Fisco deve aiutare e non opprimere. Ora serve un sistema più equo per il ceto medio”.
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha rilanciato l’ipotesi di una nuova pace fiscale e di una futura riduzione dell’aliquota al 35%, proprio per alleggerire la pressione su chi ha redditi compresi tra 28.000 e 60.000 euro.
DETRAZIONI PIU' ALTE PER CHI GUADAGNA MENO
Il decreto prevede anche un innalzamento della detrazione per i redditi da lavoro dipendente, che passa a 1.955 euro per chi guadagna fino a 15.000 euro lordi.
Per evitare la perdita del bonus 100 euro, viene introdotto un correttivo che garantisce una integrazione automatica per chi ha redditi fino a 20.000 euro. Questa somma non concorrerà alla formazione del reddito imponibile.
DETRAZIONI RIDOTTE PER REDDITI ALTI
Dal 1° gennaio 2025, per i redditi superiori a 75.000 euro, entreranno in vigore nuovi limiti di accesso alle detrazioni fiscali. La riduzione sarà progressiva, tenendo conto:
- del reddito complessivo
- del numero di figli a carico
Il decreto riconosce maggiori tutele alle famiglie numerose e con figli disabili, che continueranno a beneficiare di agevolazioni più favorevoli.
I RISCHI DI UN MAGGIORE DRENAGGIO FISCALE
Non mancano tuttavia le criticità. L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha evidenziato il rischio di fiscal drag, cioè l’aumento del prelievo fiscale causato dall’inflazione. Secondo le stime, con una crescita dei prezzi del 2% annuo, il fisco incasserebbe 370 milioni in più solo tra il 2022 e il 2025.
L’Upb sottolinea che, se il sostegno ai redditi bassi si limita a strumenti fiscali senza una corretta indicizzazione all’inflazione, il beneficio potrebbe svanire nel tempo, penalizzando i lavoratori e i consumi interni.