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Bonus Tari 2026: chi può ottenerlo, a quanto ammonta lo sconto, cosa fare per richiederlo

Bonus Tari 2026: chi può ottenerlo, a quanto ammonta lo sconto, cosa fare per richiederlo

Il bonus Tari 2026 è una misura di sostegno economico destinata alle famiglie a basso reddito, pensata per ridurre il peso della tassa sui rifiuti. Secondo le stime, l’agevolazione dovrebbe interessare circa 4 milioni di nuclei familiari e verrà riconosciuta in modo automatico nel corso dei primi mesi del 2026, sulla base dell’Isee 2025.

Lo sconto previsto è pari al 25% dell’importo annuo della Tari e si inserisce nel sistema dei bonus sociali già esistenti.

COME FUNZIONA IL BONUS TARI 2026

Il bonus Tari 2026 consiste in una riduzione automatica del 25% sulla tassa rifiuti dovuta dalle famiglie beneficiarie. Non è necessario presentare una domanda specifica: il riconoscimento avviene direttamente per tutti i nuclei che risultano in possesso dei requisiti.

La misura è collegata alla Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) presentata per il calcolo dell’Isee, già utilizzata per accedere alle prestazioni sociali agevolate. Il contributo sarà operativo dal 1° gennaio 2026 e verrà calcolato sulla base dell’Isee 2025.

Possono beneficiare dello sconto:

  • le famiglie con Isee inferiore a 9.530 euro;
  • i nuclei con almeno quattro figli a carico, per i quali la soglia sale a 20.000 euro.

Lo sconto viene applicato direttamente sulla bolletta Tari oppure riconosciuto tramite bonifico domiciliato, nel caso in cui il gestore locale non risulti accreditato al sistema nazionale.

COME SAPERE SE IL BONUS È STATO RICONOSCIUTO

Il bonus Tari 2026 viene indicato direttamente nella bolletta dei rifiuti recapitata alla famiglia. Nella maggior parte dei casi lo sconto viene applicato alla prima rata utile o, al massimo, entro il 30 giugno 2026.

In alcune situazioni particolari – come il cambio del gestore o il passaggio dalla Tari alla tariffa corrispettiva – il riconoscimento può slittare, ma deve comunque avvenire entro il 31 dicembre dell’anno successivo. In ogni caso, l’importo del bonus deve essere chiaramente evidenziato in fattura.

COSA FARE SE IL BONUS NON ARRIVA AUTOMATICAMENTE

Se il bonus Tari 2026 non viene riconosciuto automaticamente nonostante la presentazione della DSU, entra in gioco l’ARERA, che opera tramite l’Acquirente Unico. Gli enti provvedono a inviare una comunicazione al cittadino interessato con tutte le istruzioni necessarie per completare la richiesta.

A questo punto la famiglia deve presentare l’istanza seguendo le indicazioni ricevute, utilizzando i canali messi a disposizione dal Comune di residenza o dal gestore del servizio rifiuti. Dopo la presentazione della domanda, il soggetto competente ha due mesi di tempo per quantificare l’importo spettante; l’erogazione del bonus avviene entro sei mesi dalla richiesta.

Nel caso in cui l’utenza domestica dei rifiuti sia stata cessata, il bonus viene comunque calcolato dal gestore dell’utenza chiusa ed erogato come contributo una tantum, tramite bonifico bancario domiciliato intestato al beneficiario.

A QUANTO AMMONTA LO SCONTO

Il bonus Tari 2026 equivale sempre a uno sconto del 25% della tassa rifiuti annuale, ma il risparmio effettivo varia in base alle tariffe applicate dai singoli Comuni.

A titolo indicativo:

  • a Torino, con una Tari media annua di 377 euro, lo sconto è di circa 94 euro;
  • a Milano e Roma, con una spesa media di 340 euro, il risparmio è di circa 85 euro;
  • a Palermo, dove la Tari può arrivare a 602 euro, lo sconto supera i 150 euro.

Le simulazioni fanno riferimento a un’abitazione di 100 metri quadrati occupata da tre persone, ma l’importo reale dipende da superficie, numero di occupanti e regolamenti comunali.

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