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Pensioni, il governo non chiude a nuovi interventi su finestre e riscatto della laurea

Pensioni, il governo non chiude a nuovi interventi su finestre e riscatto della laurea

Il governo guidato da Giorgia Meloni non esclude nuovi interventi sul sistema pensionistico nei prossimi mesi, in particolare sul riscatto della laurea e sulle finestre di uscita anticipata. È quanto emerge dal confronto parlamentare riaccesosi dopo il voto contrario dell’esecutivo a un ordine del giorno presentato dall’opposizione.

IL NO ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL PD

Nella notte tra lunedì e martedì il governo ha espresso parere contrario a un ordine del giorno a firma del deputato dem Arturo Scotto, che chiedeva alla maggioranza di impegnarsi formalmente ad astenersi da qualsiasi ulteriore iniziativa normativa in materia pensionistica. Il testo chiedeva in particolare di non intervenire sul riconoscimento del riscatto dei corsi universitari, sia ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico futuro sia per la maturazione dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione anticipata, ed escludeva inoltre nuovi interventi sulle finestre di uscita.

Dopo il parere negativo dell’esecutivo, l’ordine del giorno è stato bocciato con il voto compatto della maggioranza.

LE ACCUSE DI SCOTTO E LO SCONTRO POLITICO

Nel suo intervento in Aula, Scotto ha accusato la maggioranza, e in particolare la Lega, di inviare segnali contraddittori a lavoratori e futuri pensionati. Secondo il deputato del Partito democratico, il voto contrario equivale ad ammettere che, già nella prossima legge di Bilancio o in altri provvedimenti utili, il governo potrebbe tornare a intervenire sia sul diritto al riscatto della laurea sia sulla disciplina delle finestre pensionistiche, rendendo più rigido l’accesso all’uscita anticipata.

IL PRECEDENTE IN MANOVRA E IL RUOLO DI GIORGETTI

Il tema delle pensioni aveva già creato forti tensioni all’interno della maggioranza durante l’esame della legge di Bilancio. Un intervento su riscatto della laurea e finestre era stato inizialmente inserito dal Ministero dell’Economia al Senato, ma era poi stato ritirato dopo le proteste della Lega, che aveva apertamente sconfessato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, arrivando a minacciare di non votare la Manovra.

Interpellato di recente sulla possibilità di futuri interventi in materia pensionistica, lo stesso Giorgetti ha lasciato la questione aperta, limitandosi a rispondere: “Vedremo nel 2026”.

PARERI CONTRASTANTI SUGLI ORDINI DEL GIORNO

Il quadro politico appare ulteriormente complesso alla luce dei pareri espressi dal governo su altri ordini del giorno collegati alla Manovra. L’esecutivo ha infatti dato parere favorevole a un impegno presentato dalla Lega per sterilizzare l’innalzamento dell’età pensionistica, segnalando una linea non del tutto univoca sulle future scelte previdenziali.

Il confronto su pensioni, finestre di uscita e riscatto della laurea resta dunque aperto e destinato a tornare centrale nel dibattito politico, soprattutto in vista delle prossime decisioni di bilancio.

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