Torna al centro del dibattito politico la proposta di un nuovo bonus in busta paga attraverso un ulteriore taglio dell’Irpef. L’obiettivo è quello di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, favorendo in particolare i lavoratori con redditi superiori ai 28.000 euro, ma che non rientrano tra i beneficiari delle precedenti misure sul cuneo fiscale.
Il progetto del governo: riduzione della seconda aliquota Irpef
L’ipotesi è tornata a circolare in modo più concreto dopo le dichiarazioni del viceministro all’Economia Maurizio Leo, che durante il Festival dell’Economia di Trento ha confermato come il taglio della seconda aliquota Irpef resti un obiettivo del governo. Tuttavia, i tempi non saranno brevi: si guarda alla Legge di Bilancio 2026 come possibile veicolo normativo per introdurre la misura.
La proposta consiste in una riduzione dell’aliquota del secondo scaglione Irpef, portandola dal 35% al 33%. A essere interessati sarebbero i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, con la possibilità – ancora da valutare – di estendere la soglia fino a 60.000 euro.
L’attuale struttura dell’Irpef
Ricordiamo che con la Legge di Bilancio 2024 il governo ha già accorpato i primi due scaglioni, prevedendo l’aliquota unica del 23% fino a 28.000 euro. Oggi l’Irpef è quindi suddivisa così:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro
- 35% per la parte compresa tra 28.001 e 50.000 euro
- 43% oltre 50.000 euro, con una minore detrazione di 260 euro per lavoro dipendente sopra questa soglia
La misura introdotta nel 2024 ha comportato un risparmio massimo di 260 euro annui, ma ha escluso buona parte del ceto medio.
Quanto si risparmierebbe con il nuovo taglio Irpef
Con una riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%, si avrebbe un risparmio pari al 2% della parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro. Ecco qualche esempio:
- Con 30.000 euro di reddito, il risparmio è su 2.000 euro: 40 euro annui
- Con 40.000 euro di reddito, il risparmio è su 12.000 euro: 240 euro annui
- Con 50.000 euro di reddito, il risparmio è su 22.000 euro: 440 euro annui
Per beneficiare di un risparmio significativo sarà quindi necessario avere redditi più vicini al limite superiore dello scaglione.
Quando potrebbe arrivare
Sebbene si fosse inizialmente parlato dell’estate 2025, le tempistiche sono slittate, come confermato da Leo. L’introduzione del nuovo bonus potrebbe dunque essere rinviata alla Legge di Bilancio 2026, salvo sorprese. Restano da verificare:
- La copertura finanziaria, stimata in diversi miliardi
- La sostenibilità rispetto agli obiettivi di bilancio
- La compatibilità con il percorso di riforma fiscale in corso
Conclusione
Il taglio della seconda aliquota Irpef rimane una delle leve principali che il governo intende utilizzare per sostenere il potere d’acquisto della classe media. Tuttavia, tra vincoli di bilancio e priorità di spesa, i tempi non sembrano maturi per un’attuazione immediata. Il 2026 potrebbe essere l’anno decisivo, ma tutto dipenderà dall’evoluzione del quadro economico e politico.