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Equa retribuzione al posto del salario minimo, cosa sta decidendo il governo

Equa retribuzione al posto del salario minimo, cosa sta decidendo il governo

Il Governo spinge sull’approvazione della legge delega sull’equa retribuzione

Il Governo spinge sull’approvazione della legge delega sull’equa retribuzione, alternativa alla proposta di salario minimo a 9 euro lordi presentata dalle opposizioni. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato che il provvedimento è pronto per tornare in Aula “nell’arco di qualche settimana”, con l’obiettivo di un via libera definitivo entro fine maggio.

La legge delega attesa al Senato dopo il passaggio alla Camera

Il disegno di legge era stato approvato dalla Camera il 5 dicembre 2023, nella stessa fase in cui si discuteva la proposta popolare sul salario minimo avanzata da Pd, M5s e Avs. La norma sull’equa retribuzione ha preso il posto della proposta sul salario minimo attraverso un maxi-emendamento del Governo, che ha trasformato il testo in una legge delega.

Secondo fonti della maggioranza, il provvedimento rappresenta “un punto di caduta ottimale” per regolamentare retribuzioni e contrattazione collettiva, senza introdurre una soglia legale unica.

Cosa prevede la legge sull’equa retribuzione

Il testo attualmente all’esame del Senato affida al Governo una serie di deleghe legislative, da attuare entro sei mesi, con l’obiettivo di garantire trattamenti economici equi per tutti i lavoratori. Gli elementi principali della legge includono:

  • Individuazione dei contratti collettivi più rappresentativi per ciascuna categoria, da utilizzare come riferimento per il trattamento economico minimo;
  • Applicazione, per i lavoratori non coperti da un Ccnl, del contratto “più affine per categoria”;
  • Incentivi per il rinnovo dei contratti entro i tempi stabiliti;
  • Revisione dei criteri di controllo sulla retribuzione e sulla contrattazione collettiva;
  • Trasparenza dei dati su stipendi e contratti, con maggiori obblighi informativi per imprese ed enti pubblici.

Obiettivi dichiarati dal Governo

I decreti legislativi che seguiranno l’approvazione della legge delega dovranno perseguire obiettivi chiari:

  • Assicurare trattamenti retributivi equi a tutti i lavoratori;
  • Contrastare il lavoro sottopagato, anche in settori o modelli organizzativi specifici;
  • Favorire il rinnovo tempestivo dei contratti collettivi;
  • Evitare il dumping contrattuale, ovvero l’uso distorto dei contratti per abbattere i costi e ridurre le tutele.

Salario minimo: nessuna soglia legale, ma attenzione ai contratti

Diversamente dalla proposta delle opposizioni, che chiedevano l’introduzione di una soglia legale di 9 euro lordi all’ora, il Governo ha scelto un approccio basato sui contratti collettivi più rappresentativi. Una strategia che punta a garantire retribuzioni minime attraverso la contrattazione nazionale, evitando l’introduzione di un salario minimo per legge.

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