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Smart working, nuovi obblighi e scadenze per i datori di lavoro

Smart working, nuovi obblighi e scadenze per i datori di lavoro

Le imprese che adottano il lavoro agile devono rispettare precise tempistiche per la comunicazione dell’avvio, della modifica o della cessazione dello smart working al Ministero del Lavoro. Il termine di cinque giorni per l’invio della comunicazione non è legato alla data della stipula dell’accordo, ma a quella della variazione della prestazione lavorativa.

Tempistiche per la comunicazione dello smart working

Le regole in materia sono stabilite dalla legge 81/2017 e ulteriormente chiarite dalla Circolare n.6/2025.

Ecco le principali scadenze:

  • Avvio della prestazione in smart working: la comunicazione deve essere trasmessa entro cinque giorni dall’inizio effettivo del lavoro agile.
  • Modifiche o proroghe dell’accordo: il termine di cinque giorni decorre dalla data della variazione.
  • Cessazione anticipata: la comunicazione deve essere inviata entro cinque giorni dalla fine effettiva della prestazione in smart working.

Esempio pratico

Se un accordo viene stipulato il 15 gennaio 2025, prevedendo l’avvio dello smart working dal 1° febbraio 2025 fino al 30 giugno 2025, la comunicazione deve essere effettuata entro il 6 febbraio 2025 (e non entro il 20 gennaio).

In caso di proroga dell’accordo il 28 giugno 2025, la comunicazione va inviata entro il 3 luglio 2025. Se invece lo smart working termina anticipatamente, ad esempio il 15 maggio 2025, la comunicazione dovrà essere trasmessa entro il 20 maggio 2025.

Queste disposizioni si applicano solo al settore privato e sono in vigore dal 12 gennaio 2025.

Regole diverse per il settore pubblico

Le pubbliche amministrazioni devono rispettare una disciplina differente: secondo l’articolo 9-bis del decreto legge 510/1996, le comunicazioni relative allo smart working devono essere trasmesse entro il 20 del mese successivo all’inizio della prestazione lavorativa in modalità agile.

Procedura di invio e sanzioni

Le modalità di comunicazione per i datori di lavoro privati restano quelle previste dal decreto ministeriale 149/2022.

L’omissione o il ritardo nella trasmissione comporta una sanzione amministrativa compresa tra 100 e 500 euro per ogni lavoratore interessato.

Le aziende devono quindi prestare attenzione alle scadenze, per evitare sanzioni e garantire la conformità alle normative in materia di smart working.

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