
Si è soliti pensare che l’età pensionabile in Italia sia pari a 67 anni, ma non è propriamente così. Questo, infatti, è solo il limite richiesto per la pensione di vecchiaia, mentre esistono diverse opzioni che consentono di anticipare il momento in cui si smette di lavorare.
A confermarlo è l'INPS che, nel rapporto riferito al 2023, ha accertato che l'età effettiva per il pensionamento in Italia è pari a 64 anni. Ciò è possibile grazie alle misure di flessibilità previste dalla legge Fornero e ad altre opzioni di uscita anticipata.
Nel 2025, alcune categorie di lavoratori avranno maggiori possibilità di lasciare il servizio prima dell’età standard, specialmente coloro che hanno avuto una carriera continua senza interruzioni contributive. I nati tra il 1960 e il 1965 possono accedere alla pensione tra i 59 e i 64 anni, se soddisfano determinati requisiti. Vediamo quali sono le opzioni disponibili.
Pensione anticipata
Il diritto alla pensione anticipata si raggiunge indipendentemente dall'età anagrafica, a patto di aver maturato:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Chi ha iniziato a lavorare a 18 anni senza interruzioni può andare in pensione nel 2025 a 60 anni. Se l'ingresso nel mondo del lavoro è avvenuto a 22 anni, l'età di uscita sarà 64 anni.
Le donne hanno un ulteriore vantaggio: chi ha lavorato senza interruzioni dal 18° anno di età, potrà andare in pensione addirittura prima dei 60 anni, includendo quindi anche le nate nel 1960.
Quota 41
Chi ha lavorato per almeno 12 mesi prima dei 19 anni e appartiene a una delle seguenti categorie:
- disoccupati;
- invalidi almeno al 74%;
- caregiver;
- lavoratori con mansioni gravose;
può accedere alla pensione con Quota 41, ovvero con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età. Nel 2025, questo significa poter smettere di lavorare già a 59 anni, un'opportunità importante per i nati nel 1960.
Quota 103
Quota 103 prevede il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Questa misura, introdotta dalla legge di Bilancio 2023 e confermata nel 2024 con alcune modifiche (tra cui il ricalcolo contributivo), consente ai nati nel 1963 di andare in pensione nel 2025, così come ai nati nel 1965 se raggiungono i 41 anni di contributi.
Ape Sociale
L'Ape Sociale non è una vera e propria pensione, ma una misura di accompagnamento che permette di smettere di lavorare a 63 anni e 5 mesi con 30 anni di contributi per alcune categorie specifiche:
- disoccupati;
- invalidi almeno al 74%;
- caregiver.
Per chi ha svolto mansioni usuranti, il requisito contributivo sale a 36 anni (32 anni per i dipendenti edili, ceramisti e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta).
Opzione Donna
Le donne nate nel 1963 possono accedere a Opzione Donna, misura riservata a chi entro il 31 dicembre 2024 ha:
- 61 anni di età;
- 35 anni di contributi;
- appartiene a una delle seguenti categorie:
- caregiver;
- invalidi almeno al 74%; lavoratrici licenziate da aziende in crisi.
Per le donne con figli, il requisito anagrafico si riduce:
- 60 anni per chi ha 1 figlio;
- 59 anni per chi ha 2 o più figli.
Il 2025 rappresenta dunque un'opportunità di uscita anticipata per molte categorie di lavoratori, in particolare per i nati tra il 1960 e il 1965. Le misure come la pensione anticipata, Quota 41, Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna offrono diverse strade per accedere alla pensione prima dei 67 anni.
Per valutare la soluzione migliore, è consigliabile verificare i propri contributi e consultare un esperto previdenziale o il sito dell'INPS per aggiornamenti sulle normative in vigore.