
Sta suscitando preoccupazione e disagi tra le famiglie italiane la gestione del Bonus nido 2024. A causare ritardi e confusione è l’applicazione retroattiva dei nuovi criteri introdotti dall’Inps con la circolare n. 1165 del 4 aprile 2024, che stabilisce una regola più restrittiva sull’ammissibilità dei rimborsi: da quest’anno, può ricevere il beneficio solo il genitore che ha effettivamente sostenuto la spesa.
COSA CAMBIA RISPETTO AL PASSATO
Fino allo scorso anno, la normativa consentiva che la richiesta fosse presentata da uno dei due genitori, anche se la spesa era stata sostenuta dall’altro. Ora invece, il rimborso sarà concesso solo se il richiedente è lo stesso soggetto intestatario delle fatture e autore del pagamento.
Si tratta di un cambiamento che ha effetto anche sulle domande già presentate nel 2024, causando ritardi nell’erogazione delle somme previste, anche per le pratiche che risultano già “accettate” ma restano in stato “in lavorazione”.
A rendere la situazione più complessa è stata la scarsa comunicazione da parte dell’Istituto. Famiglie, Caf e patronati lamentano di non essere stati informati in tempo della modifica normativa: la circolare è stata pubblicata sul sito dell’Inps, ma non ci sono stati avvisi diretti né campagne informative rivolte agli utenti.
L'INPS: NESSUN PROBLEMA DI FONDI
In risposta alle polemiche, l’Inps ha chiarito che non ci sono problemi di bilancio: i fondi per il Bonus nido 2024 sono regolarmente stanziati. Il rallentamento sarebbe invece dovuto alla necessità di verificare ogni singola pratica manualmente, a causa dell’adeguamento ai nuovi criteri.
In particolare, la circolare 1165 impone che:
- Il nome sull’attestazione di pagamento coincida con quello del richiedente;
- Il versamento sia stato effettuato dallo stesso soggetto (tracciabile tramite bonifico o carta intestata);
- La documentazione sia completa e coerente con i dati del minore e dell’asilo nido;
- Sia presente un ISEE minorenni valido;
- Siano specificati i mesi per cui si richiede il rimborso, con le relative fatture.
QUANDO ARRIVERANNO I PAGAMENTI
Secondo fonti interne all’Istituto, le prime erogazioni potrebbero partire tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, ma solo per i nuclei familiari con documentazione impeccabile. Chi ha commesso errori nella compilazione, ad esempio intestando le fatture a un soggetto diverso dal richiedente, potrebbe dover affrontare:
- Ulteriori accertamenti;
- Richieste di integrazione documentale;
- In alcuni casi, persino il rigetto definitivo della domanda.
COSA DEVONO FARE I GENITORI PER EVITARE IL RESPINGIMENTO
Per evitare ulteriori ritardi o la perdita del beneficio, l’Inps raccomanda ai beneficiari di:
- Verificare l’intestazione delle ricevute e assicurarsi che coincida con quella del richiedente;
- Controllare che il pagamento sia tracciabile e riconducibile alla stessa persona;
- Fornire documentazione completa, inclusi i dati del minore e dell’ente erogatore del servizio;
- Allegare un ISEE minorenni valido e aggiornato;
- Specificare con chiarezza i mesi di frequenza e allegare le fatture corrispondenti.
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